Walton Goggins: “Interpretare Venus in SOA ha cambiato la mia vita”

Walton Goggins: “Interpretare Venus in SOA ha cambiato la mia vita”

Walton Goggins

In una recente intervista per Rolling Stone USA Walton Goggins, che per il momento possiamo ammirare nelle sale cinematografiche come uno degli attori protagonisti di “The Hateful Eight” di Quentin Tarantino, ha spiegato perché interpretare la transgender Venus Van Dam nella serie tv “Sons of Anarchy” l’ha cambiato profondamente nella sua vita di tutti i giorni…

Possiamo parlare per un momento di Venus, il tuo personaggio in Sons of Anarchy? E’ stato sempre uno show così estremo, quindi l’idea d’introdurre una prostituta trans innamorata di un biker psicotico sarebbe potuta risultare un grosso errore.

Non per come Kurt [Sutter] ha scritto il suo personaggio. Lui ed io volevamo che Venus fosse un personaggio molto vero e rispettato. La Venus che avete visto era già così sulla carta; non sono stato io a ritrarla in questo modo. Quella donna, era un fiore in un deserto d’immoralità. Pensavamo sarebbe stata presente soltanto per un’apparizione, ma era un essere umano così splendido e il pubblico ha risposto davvero bene nei suoi confronti, così sono andato da Kurt dicendogli “Non penso abbiamo finito con lei, amico.” E lui mi ha risposto “Sì, penso anch’io che non abbiamo finito con lei.” Sento ancora la sua mancanza.

Il punto non era, e non mi stancherò mai dirlo, di ridurre questo personaggio a qualcosa legato all’esperienza dell’intera comunità transgender. In nessuno modo avrei potuto catturare tutto questo – è troppo vasto e variegato. Ma secondo la mia esperienza, serve una storia personale che ti colpisca, quindi ero assolutamente favorevole all’idea “Ok, cerchiamo di rendere giustizia all’esperienza di questa donna. Indaghiamo sulla sua felicità e sul suo dolore e facciamolo per bene.” Era una luce in quel mondo oscuro… come potevi non innamorarti di lei?

Venus Van Dam SoA

E poi arriviamo a quella grande scena tra te e Kim Coates [Tig] nell’ultima stagione…

Quel monologo che Kurt Sutter ha scritto è una delle cose più belle che abbia mai letto in 20 anni circa che faccio questo mestiere. [Venus] capisce perché lui la rifiuta, soffre ma è grata di essere riuscita a provare amore, e alla fine trova quell’accettazione. Tutto questo è stato così… è stato pura Venus. Non m’interessa che aspetto hai, quanti anni hai, che genere sei – se riesci a farti ascoltare da qualcuno, se qualcuno ti apre il suo cuore, cos’altro ha importanza?

Questa è stata una caratteristica che la maggior parte dei miei personaggi hanno avuto in comune, sia si trattasse di Shane in “The Shield” o Boyd Crowder, o Chris Mannix o Venus: hanno bisogno di essere ascoltati, hanno bisogno di comunicare. E il mio lavoro è semplicemente quello di condurli in questo percorso per farli arrivare a quel punto. Se riesco a farlo, allora ho fatto bene il mio dovere.

 

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