Netflix ordina “The Abandons”, la nuova serie western di Kurt Sutter

Netflix ordina “The Abandons”, la nuova serie western di Kurt Sutter

Il creatore di “Sons of Anarchy” ritorna sul piccolo schermo con una serie targata Netflix ambientata nel Vecchio West.

E’ ufficiale: Kurt Sutter ha ricevuto il via libera da Netflix per creare la serie western “The Abandons”.

Il gigante dello streaming ha ordinato una prima stagione di 10 episodi, per la quale Sutter ricoprirà il ruolo di showrunner, sceneggiatore e produttore esecutivo attraverso la sua società SutterInk.

Similmente al suo progetto rivoluzionario e di straordinario successo “Sons of Anarchy”, “The Abandons” esplorerà i temi del crimine, dei fuorilegge che si battono per una causa apparentemente buona, dei legami familiari però la storia, questa volta, sarà ambientata nel Vecchio West.

Netflix ha rilasciato una trama completa che recita:

“The Abandons” è ambientata in Oregon attorno al 1850 e segue un gruppo di diverse famiglie emarginate mentre vanno alla ricerca del loro Destino Manifesto. La serie esplora la forza corruttiva della ricchezza e del potere che brama la loro terra e tenta di costringerle ad andarsene.
Queste anime abbandonate, il tipo di anime perdute che vivono ai margini della società, uniscono le loro tribù per formare un’unica famiglia e reagire. In questo processo sanguinoso, la ‘giustizia’ si estende oltre i confini della legge. “The Abandons” esplorerà quella linea sottile tra sopravvivenza e legge, le conseguenze della violenza e il potere corrosivo dei segreti, mentre questa famiglia lotta per mantenere la propria terra.

Per Sutter, “The Abandons” sarà la realizzazione di un desiderio che precede il suo lavoro in “The Shield”, “Sons”, “Mayans M.C.” e “The Bastard Executioner”.

“Ho sempre voluto realizzare un western, ancor prima di ‘Sons’, e poi è uscita ‘Deadwood’. Esiste questa leggenda su Ian Anderson che volesse diventare un grande chitarrista rock, poi ha visto Clapton suonare e ha detto ‘C***o! Diventerò il miglior flautista rock che sia mai esistito’. Ed è proprio quello che ha fatto per i Jethro Tull. Questo è ciò che ho provato quando ho visto ‘Deadwood’. Ho detto ‘Lasciatemi restare sul genere crime’ e poi ho usato quasi ogni attore presente in quello show. Amo davvero tanto questo genere.

L’occasione concreta di ottenere una serie western è arrivata quando una delle sue persone preferite alla FX, Danielle Woodrow (ex Vice Presidente della Programmazione Originale FX) ha iniziato a lavorare in Netflix. La piattaforma streaming cercava in tutti i modi di produrre una serie del genere, allora Woodrow ha organizzato un incontro per Sutter che si è rivelato subito proficuo e decisivo.

Ma come nasce “The Abandons”?

“Sono sempre stato affascinato dalle origini di Cosa Nostra, da come quei contadini Siciliani fossero più che emarginati dai latifondisti e aristocratici. Queste famiglie si unirono per difendersi dagli abusi dei baroni terrieri, e dal prendere in mano questa situazione, nacque Cosa Nostra che divenne l’autorità, la legge e l’ordine di quella terra.

Ci sono anche altre influenze. Durante la pandemia, stavo guardando le repliche di ‘Bonanza’, che ancora oggi regge assolutamente il confronto.
Ricordo di averla vista da bambino, e ho ancora in mente un episodio in particolare dove qualcuno viene ucciso, e Hoss medita vendetta, un’oscura fot*uta vendetta. Fondamentalmente, si trattava di uno show che andava in onda di domenica sulla tv generalista, eppure mi sono reso conto che i Cartwright fossero sempre ad un proiettile dal diventare fuorilegge… Amavo che tutto derivasse da quel profondo senso di lealtà verso la famiglia, la terra, la città.

Queste sono state le origini del progetto.

Perchè la scelta di chiamarlo “The Abandons”?

“Era un termine realmente usato in quell’epoca, dove questa sorta di frase omnicomprensiva descriveva gli anomali, gli orfani, le prostitute, gli storpi, i bastardi – in pratica tutte quelle anime perdute che vivono ai margini della società. Quello è il mio ambiente preferito. Ci troviamo sulla Frontiera Occidentale, da qualche parte tra il Dakota e la California, una cittadina di allevatori, nel 1850 circa. Quindi, dopo la corsa all’oro, prima della Guerra Civile e dopo la scoperta di alcune risorse naturali.
C’è questa famiglia benestante, con personaggi alla George Hearst che, come gli aristocratici in Italia, cercano di comprare gli allevatori. La maggior parte vendono, altri che invece rifiutano sono costretti a farsi da parte o scompaiono tragicamente. Ma c’è un gruppo di famiglie intenzionato a non cedere. Uniscono le forze per contrastare l’oppressore. Scelte vengono fatte. Alcune sono violente e, come nel caso dei contadini in Sicilia, queste famiglie prendono la situazione nelle loro mani e creano il proprio destino.
Hai queste persone umili, timorate di Dio, laboriose che sono costrette a tracciare una linea di demarcazione. E ovviamente, alla fine, quella linea è segnata col sangue. A livello di tematiche, c’è tutto ciò che amo: famiglia, quella linea sottile tra sopravvivenza e legalità, le conseguenze della violenza, e l’elemento che preferisco da sempre e che era molto predominante in ‘Sons’: il potere corrosivo dei segreti.

Di cosa parlerà la prima stagione?

“La prima stagione sarà incentrata sulla loro evoluzione, su come diventano fuorilegge, in un periodo precedente alla comparsa di fuorilegge iconici come Jesse James e Billy the Kid… Sono un po’ come i precursori della banda di James e degli altri iconici criminali che associamo al selvaggio West. Quindi potremmo strizzare l’occhio alla storia, diciamo nella Stagione 2 o 3, incrociando le strade con un undicenne Billy the Kid, e riuscire comunque a giocare in un mondo immaginario, il che è fantastico per me. Mi aiuta ad evitare le sparatorie in strada e a vivere il western, mentre mi allontano da alcuni dei tropi cinematografici più prevedibili.

“The Abandons” é il secondo progetto di Kurt Sutter con Netflix: dopo aver lasciato la sua casa storica FX, in seguito al licenziamento da “Mayans M.C.” (che ha co-creato con Elgin James), Sutter debutterà alla regia del film “This Beast”, prodotto da Blumhouse e Paper Pictures.

Il film narra di un villaggio inglese del 18° secolo assediato da una bestia misteriosa e sfuggente. Decine di innocenti vengono massacrati e il caos incalza a causa del fanatismo religioso dei puritani. L’impossibile compito di uccidere la bestia spetta a un umile cacciatore che promette di poter fermare la carneficina. Ma per lui questa caccia non è una missione professionale, è una missione profondamente personale.

L’idea è stata ispirata da una storia vera: la misteriosa Bestia del Gévaudan, che terrorizzò un villaggio francese negli anni ’60 del Settecento.

“Portare la mia inquietante sensibilità per la storia nel mondo di Blumhouse sembrava qualcosa che dovesse accadere. E se ‘This Beast’ è il progetto perfetto per questo matrimonio, Netflix è il luogo perfetto per celebrare questa sanguinosa cerimonia”.

Fonte: Deadline

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