Sutter analizza la critica.

Con la conclusione della quarta stagione di SOA inevitabilmente le recensioni da parte di media e blogger non potevano mancare, e ovviamente Kurt Sutter doveva dire la sua in merito. Dal suo blog il nostro regista preferito analizza il comportamento dei critici e delle loro recensioni.

Sembra che SOA continui a deliziare e frustrare i critici/recensori/blogger/tipi che non si sono fatti una scopata dal 11 Settembre.  Come potete immaginare, quel fatto delizia e frustra anche me. Giorno dopo giorno, recensori si lamenteranno che Sons flirta sempre con la magnificenza, ma non riesce mai a compierla.  Prende le rotaie della perfezione, ma poi finisce sempre per deragliare. Forse. In alcuni modi, presumo, si mette in parallelo al suo creatore. Sono un tipo mezzo intelligente con un illuminante gusto per l’assurdo, ma sono ancora lontano dall’essere brillante. Ma, autocritica a parte, penso che il problema piu’ grande e’ la mancanza nel capire cos’e’ realmente lo show. E questo non e’ per dire che i critici sono stupidi. Alcuni lo sono. Altri no. Ma molti critici  non sembrano capire cosa sto cercando di fare stagione dopo stagione. E’ come andare a vedere il film di grido dell’estate ed essere deluso perche’ non e’ complesso quanto Il Padrino.
Alcuni critici lo capiscono. Ken Tucker, Matt Zoller Seitz se la spassano nella verita’ volubile. Sepinwall e altri continuano a sbattere la testa al muro applicando un livello di analisi che e’ meglio riservare per un David Simon show. Non siamo e non aspiriamo ad essere The Wire. Per la cronaca, SOA e’ una soap opera adrenalinica, e’ una fiction pulp sanguinosa con personaggi altamente complessi.  Spesso, penso che la profondita’ dei personaggi, l’emotivita’ della storia e le magnifiche performance e’ cio’ che confonde i critici. Queste qualita’ mettono lo show al pari con altri grandiosi drama. Ma poi tagliero’ le palle ad un clown o prendero’ un punto della trama e lo capovolgero’ in modo assurdo e certamente faro’ saltare qualcosa per aria. Sono queste le cose che fanno impazzire i critici. Perche’ non posso rimanere in carreggiata. Essere cio’ che loro vorrebbero — misurato e prevedibile.
Allora perche’ non faccio cosi’? Perche’ poggiarmi cosi’ violentemente sul pulp? Forse questa storia vi illuminera’: Quando John Landgraf voleva andare avanti con SOA, ando’ da quello che a quel tempo era il suo capo, Peter Chernin, e gli disse che voleva dare via libera per lo show. Chernin gli disse che era uno sbaglio. Nessuno avrebbe guardato uno show su dei luridi biker. Pensava fosse un mondo poco piacevole e disgustoso. Ma Landgraf sapeva che  l’approccio amletico della mia proposta avrebbe potuto evitare la brutta realta’ e consegnare la tematica attraente della subcultura. Si, il mondo degli MC puo’ essere un posto buio e brutale. Non ha il glamur della Mafia o il dondolio urbano delle gang di strada. Chernin aveva ragione, un drama qualunque, non importa quanto ben fatto, non sarebbe durato piu’ di una stagione. Sapevo istintivamente, come anche John Landgraf, che il dark humor e il pulp della storia sarebbe stato il modo migliore per aprire questo mondo al pubblico televisivo.  Per bilanciare il pericolo e la brutalita’ di quel mondo lo show doveva riuscire a intrattenerti e oso dire anche divertirti. La verita’ e’ che ho un ego molto abbondante. Non ho alcun desiderio di fare uno show che soltanto poche migliaia di persone guarderebbero. Andrei a fare teatro se volessi un audience di quella grandezza. La mia sfida come showrunner stagione dopo stagione e’ di bilanciare arte e commercio. Come faccio a mantenere lo show ricco, complesso e autentico e allo stesso tempo intrattenere di brutto le persone? Sembra facile, ma non lo e’. Fidatevi, sarebbe molto piu’ semplice scrivere un drama in linea retta per compiacere i critici. Voi ragazzi siete facili. (da accontentare n.d.r.). Ma non sto scrivendo uno show per convincere la gente di quanto sono brillante. Sto scrivendo per eccitare, emozionare e attirare audience. E posso solo sperare che il mio talento come artista e produttore si percepisca.
Chiaramente, qualche volta non lo fa. Guardando questa mattina le nomination per la WGA Award, realizzo che la cosa che rende frustrati i critici probabilmente e’ la stessa cosa che ci tiene lontani dal ricevere awards. Metterei tranquillamente a confronto la qualita’ della nostra scrittura, recitazione e regia con quella di qualsiasi altro show. Ma il pulp, la natura di intrattenimento di Sons ci terra’ sempre un paio di gradini sotto sulla scala dalle scelte ovvie. O forse facciamo schifo e basta e io sono delirante. Questo e’ molto probabile.
Ad ogni modo, continuero’ a scrivere come ho sempre fatto e con la speranza che il pubblico continuera’ a farsi vedere. E i critici si lamenteranno su quanto imperfetto e frustrante da guardare sia lo show e comunque sia continueranno a guardarlo e a scrivere su di esso settimana dopo settimana, dopo settimana, dopo settimana… e’ quasi come se la cosa li intrattenesse.
Volevo taggare questo post chiamandoli tutti troia, ma forse e’ un po’ troppo rude.
Mezze troie.

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