Charlie Hunnam su InStyle: “Jax Teller ha avuto un gigantesco impatto su di me”

Charlie Hunnam su InStyle: “Jax Teller ha avuto un gigantesco impatto su di me”
PHOTOGRAPHED BY BILLY BALLARD; GUCCI FELTED COTTON SWEATSHIRT; MARLA AARON SAPPHIRE AND 14KT GOLD NECKLACE

Charlie Hunnam è stato intervistato da Roxane Gay di InStyle Magazine (numero di Aprile 2017), con la quale ha parlato della sua vita dopo “Sons of Anarchy”.

Nell’intervista sono stati toccati vari argomenti riguardanti la vita personale dell’attore inglese: l’ultimo libro che gli è piaciuto (“Arrivano i Sister” di Patrick deWitt), quale piatto sta più cucinando al momento (shakshuka), l’ultimo film che l’ha intrigato (“Moonlight”). Hunnam pratica Jiu Jitsu, guarda i combattimenti MMA ed è davvero stanco di rispondere a domande sul perché si è tirato indietro dal recitare in “50 Sfumature di Grigio” (la risposta è sempre la stessa: era troppo impegnato e stressato per il carico di lavoro che già aveva). Di seguito trovate alcuni estratti dell’intervista.

Sull’interpretare per sette stagioni Jax Teller in “Sons of Anarchy”:

“[Dopo la fine della serie] ho affrontato un processo doloroso, provavo un sentimento di vero lutto, di dolore nell’allontanarlo dalla mia vita. Sono diventato ben consapevole del gigantesco impatto che ha avuto su di me interpretare Jax – stare insieme a lui, essere parte di me per così tanto tempo. ”

Photographed by Billy Ballard; Vetements cotton jersey T-shirt and embroidered cotton-blend sweatpants from Barneys New York

Cosa cerca nei suoi prossimi ruoli e la percezione del pubblico nei suoi confronti:

“Voglio cambiare la percezione che la gente ha di me riguardo alle mie capacità d’attore. Provo a non pensarci molto, perché sto cercando di plasmare la percezione che ho di me stesso e di sentirmi sicuro della mia identità. Ma il pubblico riconosce che io abbia delle reali abilità e che le abbia dimostrate. Anche se probabilmente ci saranno sempre quelli che mi relegheranno solo ed esclusivamente alla categoria del bel ragazzo sexy che non sa recitare.”

Se essere un sex-symbol può costituire un limite alla formazione di una carriera multisfaccettata:

“E’ sia un danno collaterale sia un’enorme opportunità. Voglio dire, si tratta di un mezzo di comunicazione visivo, ed è molto più facile ottenere ruoli se sei un po’ più gradevole alla vista. Ma la realtà è che arrivi sul set ed ogni scena è una sfida continua, per dare il massimo e riuscire a fare bene il tuo lavoro.”

Photographed by Billy Ballard; Valentino denim shirt and jeans; Marla Aaron silver and 14kt gold necklace; Maison Margiela brass bracelet; Venessa Arizaga braided thread bracelet; Havaianas rubber flip-flops

Parlando di “The Lost City of Z” e “King Arthur”:

“Ho fatto il lavoro migliore della mia carriera fino ad oggi in ‘The Lost City’.
Con ‘King Arthur’, sono stato attratto dall’opportunità di rendere Artù un ragazzo di strada che riceve questa chiamata, questo dovere, questo destino che gli viene presentato ma non era interessato affatto dal perseguire. Ma più di tutto, volevo lavorare con Ritchie, con il quale ho avuto un vero e proprio idillio sin dal primo momento in cui ci siamo incontrati.”

Sul suo rapporto con la sceneggiatura e “il ritorno alla vita vera”:

“Scrivere mi nutre totalmente, ma ammetto che il ritorno alla vita vera è brutale. Reinserirsi è davvero difficile. Continuo a pensare che diventerà più facile, ma non è così. E’ molto dura per la mia fidanzata [Morgana McNelis, designer di gioielli]. C’è aspettativa, desiderio e speranza per come sarà quando ci ritroviamo. Per me, si tratta sempre di provare disperatamente a recuperare un baricentro, così che possa essere la persona giusta per lei.”

Photographed by Billy Ballard; Prada jacquard vest; Maison Margiela denim jeans

Lo scorso anno prima di Natale, ha concluso le riprese del film “Papillon” (un remake del dramma del 1973 in cui Charlie interpreta il ruolo che fu di Steve McQueen), e la fidanzata gli ha presentato un ultimatum – fa’ ciò che hai bisogno di fare, ma non tornare a casa fino a quando non sarai pronto a vedermi.

Così è andato in Inghilterra per staccare la spina prima di ritornare a L.A., e ciò gli ha dato tempo per “esorcizzare l’esperienza dal mio cuore e dalla mia anima, e riflettere su quanto sia fragile la nostra connessione ad ogni cosa”.

“Per tutta la mia infanzia sono stato un ragazzino strano, esistenzialista. Ero impegnato, incessantemente, a cercare di capire cosa volesse dire tutto questo, cosa significasse la vita. Adesso? Sono diventato uno strano adulto esistenzialista [ride]”.

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