Charlie Hunnam parla dell’evoluzione del suo “Principe” in SoA

E’ difficile rendere un membro di una gang di motociclisti, spacciatore di droga e trafficante d’armi, qualcuno per cui si vuole fare il tifo. Ma Charlie Hunnam ci è riuscito con facilità nel corso delle ultime quattro stagioni di Sons of Anarchy, la serie della FX d’ispirazione Amletiana incentrata su una parte “grintosa” d’America. Questo potrebbe essere l’anno in cui il 32enne attore inglese – il cui curriculum include ad esempio il film contendente agli Oscar “Ritorno a Cold Mountain” e la serie tv acclamata dalla critica “Underclared” – riceve il riconoscimento per il suo brillante Jax Teller, il principe tormentato della serie ambientata a Charming. In un’intervista per TVLine, Charlie rivela ciò che realmente pensa circa le sue possibilità per gli Emmys, il talento dei suoi colleghi, e il potenziale lascito di Sons of Anarchy.

TVLINE | Che cosa ti ha attirato inizialmente di Sons of Anarchy e del ruolo di Jax?
CHARLIE HUNNAM: Sono cresciuto in un quartiere violento e duro, quindi non sento di avere una connessione, non riesco ad identificarmi con quei film e show sui ventenni che cercano di farsi strada nel mondo. [Ride] Mi piaceva Jax. Ci sono un milione di differenti dinamiche in gioco dentro di lui… Questo progetto è nato in un momento strano della mia carriera, quando non stavo ottenendo i ruoli nei film che avrei voluto… Così, ho preso 18 mesi di pausa [per lavorare su una sceneggiatura], e poi il mio agente e manager mi ha mandato lo script di Sons of Anarchy. Rimasi sorpreso di constatare che si trattava solo della sceneggiatura per uno show televisivo, ma ho pensato: “Fuck it!” – Ed è stato fantastico! L’idea era così originale, i personaggi sono ben caratterizzati e la qualità della scrittura di Kurt [Sutter] era migliore dei film che stavo leggendo.

TVLINE | Quando senti che lo show ha raggiunto davvero il suo punto più alto?
CH: Direi che a circa metà della Stagione 1 è diventato lo show che avevamo cercato di fare. Ma fu all’inizio della Stagione 2 che ho iniziato a trovare la mia strada. Ho sentito una reale affinità con Jax fin dall’inizio… ma ero davvero alle prese con l’accento. [Ride] Ho passato tutto il mio tempo a pensare all’accento che veramente mi distraeva dall’ essere naturale e onesto in quei momenti. Poi, è scattato! E’ stato un momento decisivo per me.

TVLINE | Le cerimonie di premiazione hanno sempre eluso Sons of Anarchy, nonostante fosse lodato dai critici. Quanto conta per te questo?
CH: Mi sono messo nei guai a parlare degli Emmy… Giusto per chiarire un episodio particolare in cui ho detto qualcosa di stupido: Nel ben mezzo della vita del nostro show, un sacco di persone pensavano che ci meritassimo una sorta di riconoscimento, e ciò non ha fatto altro che gettare dell’altro fuoco sulla benzina per alcuni membri della nostra squadra che si sentivano allo stesso modo… La mia filosofia riguardo tutta la faccenda è che i premi sono come i regali: è bello riceverli ma è molto brutto desiderarli. Stavo cercando di spiegare questo e non lo stavo articolando esattamente come avrei voluto – stava venendo fuori incredibilmente serio – perciò ho detto: “Fuck the Emmys”. Naturalmente, questo è tutto ciò di cui hanno stampato i giornali e mi ha messo in un sacco di guai. [Ride] Non è proprio come mi sento. Sarei molto felice se avessimo qualche tipo di riconoscimento – e lo sono stato quando Katey [Sagal] ha vinto il Golden Globe – ma non sono mercenario abbastanza per avere la psicologia di chi va là fuori e fa campagne… Se si torna all’essenza di ciò che [i premi] erano, si trattava di tutti noi che ci riunivamo per dire: “Hai fatto un ottimo lavoro. Congratulazioni. Ecco un piccolo trofeo. “

TVLINE | Quindi, non prendi mai un copione e pensi: “Wow, questo episodio potrebbe farmi vincere un premio”?
CH: [Ride] Onestamente, più gli script sono d’impatto, più difficile il mio lavoro sarà inevitabilmente, perché dovrò gridare e uccidere qualche figlio di puttana e fare qualcosa di folle!

TVLINE | La quarta stagione di Sons of Anarchy è sembrata più universalmente accettata rispetto gli anni passati. Attribuiresti ciò a qualcosa in particolare?
CH: Si sentiva molto ricercata… come se lo show fosse maturato. Ogni episodio sembrava una centrale elettrica, carica di emozione con una certa raffinatezza.

TVLINE | La scorsa stagione ha messo in mostra anche  i personaggi secondari di SoA. Qualche performance di spicco?
CH: Ho visto molto di Tommy [Flanagan] e [Mark] Boone [Junior]… Sono i due ragazzi più interessanti con cui lavorare! Forse una delle cose che ha distinto questa stagione  un po’ dalle altre è stato far comparire di più di questi personaggi secondari.

TVLINE | C’era anche più profondità nel rapporto di Jax con Tara.
CH: Maggie [Siff] ha avuto una stagione incredibile. Per me è una delle più ricche collaborazioni creative che abbia mai avuto con un attore. Il modo in cui è evoluto il loro rapporto e come ci siamo avvicinati davvero si traduce sullo schermo, che in realtà è una delle cose di cui vado più orgoglioso dello show.

TVLINE | La serie ha ancora un paio di stagioni… Poi cosa?
CH: Mi piacerebbe fare tutto. Mi piacerebbe continuare a recitare. Ho un paio di script che ho venduto, uno dei quali che sto scrivendo vede me stesso recitarvi. Mi piacerebbe dirigere un film. Se facessi ancora TV, dovrebbe essere via cavo o per lavorare con qualcuno come Kurt – se non Kurt, direttamente. Perché farei un altro show di Kurt Sutter.

TVLINE | Quando tutto sarà finito, come vorresti che Sons of Anarchy fosse ricordato?
CH: Come una serie drama molto intelligente, originale, coraggiosa… Allo stesso modo in cui la gente pensa di “The Sopranos” o di “Deadwood”: con riverenza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto