Donal Logue parla di Sons of Anarchy e del suo personaggio nella stagione 6

Donal Logue, l’ex US Marshal Lee Toric che abbiamo iniziato a conoscere a partire dall’episodio 5×11 “To Thine Own Self”, è stato intervistato di recente da Collider e Complex, parlando in particolare dell’opportunità straordinaria di lavorare simultaneamente per ben 3 serie tv drammatiche molto popolari (Sons of Anarchy, Vikings, Copper), di com’è stata la sua esperienza in SoA e dell’arco narrativo del suo personaggio nella prossima sesta stagione dello show ideato da Kurt Sutter.

Di seguito alcuni stralci delle interviste:

Come ci si sente a destreggiarsi tra tre grandi show, lavorando in Vikings, Copper e Sons of Anarchy?

Donal Logue: “E’ stata un’opportunità straordinaria. Penso sia abbastanza unico. E’ necessaria un po’ di buona volontà, da tutte le parti, per far funzionare la programmazione tra i tre. So che sarà una corsa folle quando Copper, Sons e Vikings si sovrapporranno. E’ stata una sfida, il che è grandioso, ed è qualcosa di cui non vedo l’ora!”. 

Come sei entrato nel cast di Vikings?

“E’ stato strano. Ho rincorso Vikings. Per la prima volta nella mia vita, è stato qualcosa che ho cercato. Sono andato io stesso in Irlanda a fare l’audizione per la parte. Allora, ero stato considerato per questo ruolo [il personaggio di Re Horik, il re di Danimarca, ndr] ma stavo facendo un film chiamato CBGB e loro dovevano iniziare la produzione rapidamente. Sono un grande fan di Michael Hirst e un grande fan dei dramma storici, è un genere molto difficile da realizzare e portare al successo. Ho amato Elizabeth e The Tudors, e tutto ciò che ha fatto. Mi disse che avrebbe pensato a qualcosa… E alla fine mi contattò dicendo che aveva qualcosa in mente che prevedeva l’introduzione del mio personaggio alla fine della prima stagione. Ma ciò richiedeva il benestare di Kurt Sutter… Quindi, devo molto a Kurt Sutter. E’ un uomo fantastico. Sarebbe stato davvero devastante non fare Sons of Anarchy. E’un ambiente elettrizzante ed ho un ruolo davvero eccitante”.

Conoscevi già Copper quando hai firmato per recitare nella seconda stagione?

“Ho visto alcuni episodi di Copper, ma avevo familiarità con questo 19° secolo, con l’inizio della storia di New York, per via di uno script che Bill Paxton ed io abbiamo scritto, alcuni anni addietro. Stavo rileggendo tutta quella parte storica quando Copper fu trasmesso, così l’ho guardato. Ho provato un po’ d’invidia come attore perché ho pensato che sarebbe stato fantastico fare un salto in quel mondo. E poi tutto è successo molto velocemente. Fondamentalmente ho dovuto ottenere il permesso di Kurt Sutter per farlo; lui mi chiese “E’ buono?” e gli risposi “Sì, è davvero un ottimo ruolo”. Interpreto il Generale Brendan Donovan, una figura legata all’inizio della macchina politica irlandese-americana. E’ quel punto di svolta a partire dal quale gli immigrati affamati, emaciati, che venivano disprezzati, smettono di esserlo e iniziano a trovare la loro strada e a creare l’America che conosciamo oggi”.

Com’è stata la tua esperienza in Sons of Anarchy?

“E’ la prima volta che sono coinvolto in uno show in cui devi essere super attento sulla trama e sui segreti di ciò che accade perché la gente vuole veramente sapere, ma ne sarebbe devastata, se lo scoprissero prima”.

Quanto è impegnativo come attore portare in scena l’intensità e la violenza presente nello show? O è solo divertente?

“Credo che sia liberatorio, più di ogni altra cosa. La sorella del mio personaggio è stata uccisa in Sons of Anarchy, e lei era interpretata dalla mia vera sorella più piccola. E’ stata una scena davvero violenta e dicevo: “E’ mia sorella!” Lei era anche in “Terriers”, e c’era una scena in cui dovevo rinchiuderla in un istituto di igiene mentale e ho pianto. Il regista mi disse “E’ grandioso, ma perché non ti trattieni un po’ di più” e io gli risposi “Non posso!” Non sono mai stato quel genere di persona le cui emozioni sono troppo forti e fa fatica ad affrontarle, ma succede quando lavoro con la mia sorellina, Karina. Le persone mi dicono: “Amico, sei uno stron*o in Sons of Anarchy! Tu sei il cattivo!” Ed io rispondo “Per che cosa?! Per vendicare la morte di mia sorella, che aveva un crocifisso piantato nel collo? Chi è il cattivo? Io sono il buono! Se qualcuno facesse ciò a qualcuno della mia famiglia, non avrei avuto alcun problema a perseguitarlo”.
Perciò è divertente, è liberatorio e non è così difficile da approcciarsi. L’emozione più semplice e più accessibile è la rabbia. Ecco perché è facile assecondare l’odio. Non è difficile, s’inizia con l’acquisire amarezza e oscurità. La cosa più difficile è quello di portarsi ad un livello superiore. All’interno di questo personaggio, c’è una possibilità di guardare la violenza, in questo modo: “Oh, ti piace la violenza? Vediamo quanto può diventare violenta [la violenza]”. Penso che Lee Toric abbia una giustificazione morale per qualsiasi violenza voglia infliggere. Ma allo stesso tempo, penso che ci sia un livello veramente sadico in questo personaggio. Ecco forse perché ha perso il suo lavoro precedente. Quindi, è stato liberatorio, affascinante, stimolante e anche un po’ selvaggio affrontare tutto questo. Amo lavorare in questo show!”.

Che cosa puoi rivelare dell’arco narrativo del tuo personaggio Lee Toric per la prossima stagione?

“Partiamo [con le riprese] a metà maggio. Penso che inizi proprio da dove avevano lasciato: sta cercando di vendicarsi [perché Otto ha ucciso sua sorella] e non starà solo in carcere con Otto. Penso che alcune cose davvero orrende accadranno quest’anno. Non ne sono a conoscenza, ma sono completamente eccitato.”

 

NB:

*La prima stagione di “Vikings” (9 episodi) è stata trasmessa dal canale History Channel.

* La seconda stagione di “Copper” andrà in onda a partire dal 23 Giugno su BBC America.

* La sesta stagione di “Sons of Anarchy” è prevista per Settembre su FX Networks.

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