Charlie Hunnam: “Dopo SOA ho smesso di guidare la mia moto”

Nonostante più di seimila chilometri di distanza, quando Charlie Hunnam chiama dalla stanza del suo hotel a Milano dopo la sfilata della collezione uomo autunno/inverno 2015 di Calvin Klein, la sensazione è quella di trovarci seduti in un bar dietro l’angolo a sorseggiare birre. Vantando già un curriculum impressionante e performance degne di lode sia sul piccolo che sul grande schermo (Sons of Anarchy, Pacific Rim e Queer as Folk), l’attore originario di Newcastle, nel Regno Unito, ha chiacchierato con ELLE Man sui momenti ribelli della sua vita (leggasi: lanciare forbici contro un professore), dire addio ai personaggi che interpreta e allenarsi per restare in forma.

Charlie Hunnam Elle ManCom’è passare dall’interpretare un personaggio come Jax Teller in Sons of Anarchy al tuo ultimo ruolo come Re Artù?

“E’ stato importante per me avere un po’ di tempo per cercare di trovare un certo equilibrio prima d’immergermi totalmente in un nuovo personaggio. E’ stato davvero molto doloroso dire addio a Jax. Ho smesso immediatamente di guidare la mia moto. So che riprenderò a guidare ad un certo punto, ma avevo bisogno di allontanarmi da tutto quello, così da poter ritrovare di nuovo me stesso.”

Quindi dovevi mettere dello spazio tra te e Jax per elaborare il lutto?

“Dover dire addio a quel personaggio è stato davvero straziante per me. Mi è capitato di perdere amici e membri della mia famiglia, e provare quindi quella sensazione di lutto, e anche se non è stato intenso allo stesso modo, ho percepito quello stesso sentimento. L’ho tenuto nel cuore per circa un mese dopo aver concluso le riprese. Ho detto tanti addii silenziosi a Jax, ma alla fine non era rimasto più spazio per lui nella mia vita, perciò dovevo lasciarlo andare.”

La virilità è un tema importante in Sons of Anarchy. Cosa pensi che significa essere un uomo oggi?

“Significa imparare a cavarsela da soli, vivere secondo un codice d’onore ed essere una roccia per le persone che ti circondano. Ma nel contesto moderno, significa anche essere in contatto con il proprio lato femminile. Gli uomini devono essere forti abbastanza per non reprimere le loro emozioni; la vera forza permette di lasciare intravedere la vulnerabilità.” 

Qual è la cosa più ribelle che hai mai fatto nella tua vita? (O almeno ciò che vorrai ammettere pubblicamente.)

“Quando avevo 15 anni, mi è stato proibito di andare a Firenze per un viaggio-studio inerente ad un programma di Storia dell’Arte, da un professore che pensava rappresentassi una ‘minaccia per la società’. Mentre era andato via, mi sono introdotto nella sua riserva nascosta di colori acrilici e ho disegnato una gigantesca Coca Cola schiacciata. E’ stato forse il miglior dipinto che abbia mai realizzato, ma lui l’ha strappato di fronte a tutta la classe. Ero così arrabbiato, umiliato e triste che questa cosa che avevo amato e creato fosse stata distrutta. Ho iniziato a piangere, il che era totalmente inaccettabile per me a quel tempo. [Noi ragazzi] Eravamo soliti deformare vecchie forbici trasformandole in lame rotanti (o stelle ninja), e potevo colpire il centro di un bersaglio senza alcun problema. Così ho lanciato alcune di queste forbici contro di lui, e sono arrivate sullo stipite della porta sopra la sua testa. Ed è stata la fine – mi hanno espulso dalla scuola.”

Alcune persone potrebbero dire che essere in grado di portare in scena la nudità richieda un certo atteggiamento ribelle. E giudicando dal tuo curriculum vitae, tu ormai sei assolutamente a tuo agio nel mostrare un po’ di pelle sullo schermo – la tua pubblicità senza maglietta per CK Reveal inclusa.

“Il livello di nudità che mostro adesso, vale a dire farmi vedere senza maglietta, non mi disturba affatto. Ma ho fatto nudo integrale in precedenza. L’ho fatto quando avevo 18 anni nella serie tv Queer as Folk. Ma visto che interpretavo un personaggio di 15 anni, la censura è intervenuta e non ci ha permesso di mostrarlo in tv.”

Saresti disposto a farlo adesso, quasi 20 anni dopo?

“Quando ero giovane, ero un po’ più impavido con questo genere di materiale. Non lo so… ma potrei farlo, non ho nulla da nascondere”.

Cambi le tue abitudini d’allenamento quando devi essere fisicamente pronto per interpretare un ruolo?

“Tendo a fare qualsiasi cosa che penso sia appropriata per il personaggio. Tu interpreti un personaggio, quindi fai quello che il personaggio fa – aiuta ad avvicinarti a lui. Per quanto riguarda Re Artù, è un grande combattente, quindi mi allenerò nella lotta in palestra. E quando non recito, ho bisogno di allenarmi molto per salvaguardare la mia sanità mentale. Se non fossi stato un attore, sarei stato il figlio di p*****a più forte del quartiere.”

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